Il Sabato del villaggio

Poesia alla Leopardi.

La donzelletta vien dalla campagna,
Cala giù dal Grottino,
Col suo fare da maiala; e reca in mano
Un mazzolin di rose e una giarrettiera,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Sabato, al dì di gara,
la coscia da sembrar troia vera.

Siede là con le amiche porno
In su la panca a mirar lo pubblico masculo,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo bel... didietro,
Quando di tanga ella si ornava,
Ed ancor sana al ginocchio
Solea invogliar pure un finocchio.

Ch'ebbe compagni di tutte le età:
Sia con l'aria bruna,
Sia con l'azzurro e il sereno; e si fece l'hombre
Giù dal colle e persin sul tetto,
Al biancheggiar della recente luna.

Or la Squillo dà il segno
Della festa che viene;
Ed a quell'ammicar diresti
Che qualcosa s'intosta.
I fanciulli fischiando
Per farsi notare apposta,
Intanto che la Donzelletta sta studiando,
Fanno un gran romore
E intanto siede all'altra panca,
Osservando silenzioso, l'Estetista montatore,
E seco pensa al dì del suo turno.

Poi quando intorno è spenta ogni altra luce,
E tutto l'altro tace,
Odi il martel(oppost) darci dentro: mai più la sega,
Fu il pensier del montatore
Giacchè Ella più non gliela nega,
E s'affretta, e s'adopra
Di finir l'opra anzi il chiarir dell'alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l'ore, ed al prossimo di turno
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,
La Donzelletta ce l'ha fiorita!
Eri abituato con l'Allegrezza in vero,
Con ella te la sei spassata sincero,
Ma tutt'altra cosa è questa!
Hai goduto, fanciullo mio; rimembri ancor la sua bocca:
Maiala seria era cotesta.
Altro dirti non vò; ma il tuo turno è finito,
Ora sta ad un altro, sotto a chi tocca.