Dal coach
Ancora una sconfitta per la D femminile, ma come nella partita contro Ancona, usciamo a testa alta dal match. Certo sono due partite in casa, 1 solo punto, ma contro la seconda e la terza del girone ed in entrambi i casi ce la siamo giocata alla pari contro avversarie che hanno ben altri obiettivi.
In entrambe le sfide, l'allenatore avversario ci ha fatto i complimenti e si è detto stupito della posizione occupata dalla nostra squadra, in base al gioco espresso, alle potenzialità offensive e alla grinta profusa.
Questi complimenti voglio girarli interamente alla squadra, perchè vedo che comincia a capire con che spirito bisogna affrontare questo campionato, e mettendoci questo impegno e attenzione, saremo sicuramente pronti per le sfide decisive della post season.
Per la seconda volta abbiamo perso un set già vinto (dopo quella del derby ndr), ma questa volta non è stata la paura di vincere a fermarci, nè la mancanza di lucidità, non siamo semplicemente riusciti a mettere palla a terra e il muro avversario ha fatto un ottimo lavoro. La parola giusta è semplicemente: Peccato. Potevamo vincere quel set. Peccato. Potevamo strappare un punto almeno alle seconde in classifica. Peccato. Ma non ci interessa più di tanto. Non sono questi i punti determinanti per noi. Ci serve solo la consapevolezza di essere all'altezza della categoria e le ultime due prestazioni lo hanno dimostrato ampiamente.
Sono sempre più fiducioso di questo gruppo.
Certo, abbiamo bisogno di più forze, alle ultime 4 partite siamo arrivate in 9. Non basta. Per essere utile alla causa, l'allenatore deve avere la possibilità di scegliere per migliorare ciò che non sta andando durante il gioco e anche se poi sceglie di non fare entrare nessuno, deve avere la possibilità di fare un cambio che possa essere prezioso per la squadra, sfruttando le caratteristiche di chi entra. Ma la cosa più importante è che chi sta fuori, deve entrare nell'ottica che deve essere prontissima all'istante, perchè deve fare la differenza in quei pochi palloni che tocca. E' così che si convince il proprio allenatore, ci vuole l'impegno agli allenamenti ma anche la determinazione ogni qual volta il coach ti sceglie per ribaltare il match o rafforzare il vantaggio. Tutti vogliono giocare e l'allenatore vorrebbe far giocare tutti. Ma uno stupido regolamento ha deciso che si gioca solo in 6 alla volta e la dirigenza, investendo sulla squadra e sul coach, pretende giustamente dei risultati. L'allenatore cerca di fare questo lavoro, a volte indovina un cambio, a volte lo sbaglia clamorosamente, altre ancora potrebbe cambiare qualcosa e non lo fa. L'importante è che la squadra sappia che cerca di fare il suo dovere nel migliore dei modi. Cerchiamo di lavorare un pò più di squadra e colmeremo anche l'ultimo piccolo gap che ci separa dalla vittoria.
Michele
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